Chiunque cammini lungo le strade comunali, specialmente appena fuori dai centri abitati, si sarà certamente imbattuto in rifiuti abbandonati lungo le scarpate, nei fossi e tra la vegetazione e i rovi. L’elenco dei materiali abbandonati comprende bottiglie di varie tipologie, prevalentemente in plastica e lattine di alluminio, pacchetti di sigarette e contenitori di ogni genere. Non mancano i rifiuti evidentemente lanciati con olimpica perizia dai finestrini delle auto.
Gli sfalci periodici della vegetazione ai bordi delle strade e sulle scarpate, effettuati con mezzi meccanici, frammentano ulteriormente gli oggetti in plastica e materiali simili, aumentando così il numero di frammenti dispersi nell’ambiente.
Va sottolineato che questo fenomeno non riguarda solo il nostro comune, dove anzi risulta meno accentuato rispetto ad altre realtà. Tuttavia, negli ultimi anni si è registrato un significativo aumento dei rifiuti abbandonati. Oltre alla classica bottiglietta di plastica, si trovano ora materiali edili provenienti da ristrutturazioni, elettrodomestici, manufatti vari, inclusi pezzi di eternit.
Oltre a contribuire a un’immagine di degrado, i rifiuti abbandonati hanno un impatto notevole sull’ambiente. Le piogge li trascinano nei canali di scolo, da qui nei torrenti che, a loro volta, sfociano nei fiumi. Attraverso i fiumi, i nostri rifiuti raggiungono i mari, dove le plastiche si degradano in microplastiche. Queste ultime vengono ingerite dai pesci e, come è stato ampiamente documentato, entrano nella catena alimentare. Gli effetti di questo processo non sono ancora completamente noti ma preoccupano la comunità medico-scientifica.
Per combattere l’abbandono dei rifiuti nell’ambiente vi sono varie soluzioni, tra cui quelle repressive. Ad esempio, si può prevedere l’installazione di telecamere per identificare i responsabili e segnalarli alle forze dell’ordine per l’applicazione delle sanzioni. In particolare, si potrebbe considerare l’installazione di sistemi di videosorveglianza nei pressi dei cimiteri, che data la loro ubicazione spesso isolata, diventano luoghi utilizzati per l’abbandono di rifiuti.
E’ evidente che in luoghi come la campagna, la zona del lago, le strade interpoderali isolate, l’installazione di sistemi di videosorveglianza sarebbe complessa ma potrebbe essere utile anche in ragione della sicurezza urbana, visti i costanti episodi nei pressi del lago e dei parcheggi dei cimiteri. Quindi una doppia funzione di decoro e sicurezza.
Noi riteniamo tuttavia che, piuttosto che concentrarsi esclusivamente su azioni repressive, sia da preferibile adottare un approccio che preveda un processo di educazione ambientale. Questo dovrebbe mirare a promuovere la conservazione della natura e della biodiversità, a ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività e a incentivare stili di viti sostenibili e a ridurre gli sprechi. La partecipazione attiva dei cittadini è un pilastro fondamentale del nostro programma. In questo contesto, proponiamo di organizzare incontri tematici con esperti del settore per presentare modelli virtuosi di gestione ambientale.
Riteniamo indispensabile che l’educazione ambientale inizi fin dalla giovane età, al fine di formare generazioni sempre più consapevoli. Immaginiamo, a tale scopo, di instaurare forme ampie di collaborazione con le scuole.
In questo contesto intendiamo implementare, in collaborazione con le varie Associazioni comunali e alle scuole stesse, le “Giornate ecologiche”. Queste giornate saranno dedicate al recupero dei rifiuti abbandonati nel territorio comunale, alla loro corretta differenziazione e al conferimento alla locale ecopiazzola. Pensiamo che iniziative come questa, che non comportano costi aggiuntivi, abbiano un valore simbolico ed educativo che va oltre il semplice recupero dei rifiuti. Esse rappresentano un momento di aggregazione e contribuiscono a creare un paese più pulito, dove la qualità della vita ci apparirà migliore.