La questione sanitaria è centrale e di grande impatto sociale. Nel corso degli ultimi anni anche nella nostra Regione vi è stato un progressivo arretramento del servizio sanitario pubblico a favore di quello privato. Studi accreditati dicono che il 10% circa dei cittadini di questa Regione ha di fatto rinunciato a prestazioni sanitarie di prevenzione e cura in quanto non erogabili gratuitamente dal servizio sanitario pubblico o disponibili solamente dopo attese lunghissime.
Il problema dell’allungamento a dismisura delle liste di attesa è solo un aspetto dello smottamento di un sistema che era uno dei fiori all’occhiello di questa Regione. Molti ospedali periferici sono stati riconvertiti o progressivamente svuotati di competenze, portando di fatto al collasso i grandi ospedali come quello di Udine, dove si assiste quotidianamente alla saturazione del Pronto Soccorso con interminabili attese da parte dei pazienti, episodi di aggressione nei confronti del personale sanitario ed esasperazione di utenti e sanitari.
E’ di questi giorni la notizia che la Regione, procedendo evidentemente su una linea ormai perseguita con drammatica ostinazione e su riforme decennali sbagliate, ha annunciato l’intenzione di appaltare il servizio dei prelievi sanguigni dei pazienti esterni. E’ evidente che ormai anche le attività cosiddette core business delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale non costituiscono più un tabù e, pertanto, si possono affidare all’esterno.
Per quanto ci tocca da vicino abbiamo assistito alla mancata o tardiva sostituzione dei direttori di struttura operativa complessa in alcuni aree dell’Ospedale di San Daniele che ha creato un clima di incertezza e disorientamento negli assistiti ma anche nel personale sanitario. Si è registrata, e si registra tuttora, una rilevante fuga da parte del personale sanitario stesso verso altre strutture, non di rado private, che meglio di ogni altra analisi spiega quale sia il clima all’interno del presidio ospedaliero.
Il futuro dell’Ospedale di San Daniele, al di là delle assicurazioni degli esponenti del governo regionale, appare quantomeno incerto. Tantomeno è chiaro quali possano essere il suo ruolo e la sua funzione nell’ambito del Servizio Sanitario Regionale.
Ci ha sorpreso, rispetto a tale questione, la assoluta mancanza di presa di posizione pubblica dell’attuale Amministrazione comunale e l’assenza di comunicazioni verso i cittadini, restando così ben allineati con le posizioni politiche espresse dall’attuale maggioranza in Regione.
Crediamo che rispetto a questi temi i Comuni debbano mantenere alto il livello di attenzione, facendo sentire la propria voce senza remore di sorta e soprattutto informando i cittadini.
Il gruppo Voce Comune si impegna fin d’ora in tal senso, facendosi promotore di azioni a sostegno della difesa dell’Ospedale di San Daniele del Friuli in rete e collaborazione con i Comuni della Collinare. L’obiettivo sarà la tutela della sanità pubblica della Regione informando e condividendo con la comunità la situazione attuale e le possibili soluzioni.